LETTERA AI PENITENZIERI DELLE BASILICHE PAPALI IN URBE E A TUTTI I CONFESSORI IN OCCASIONE DELL'INIZIO DELL'AVVENTO 2017

NATALE 2017

 

Carissimi e Venerati Confratelli nel Sacerdozio,

concludendo il percorso di quest’Anno Liturgico, la sapienza della Chiesa, con la quale Dio, immutabile ed eterno, “segna i ritmi del mondo, i giorni, i secoli, il tempo”, ci ha portati a confessare e celebrare la Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo; una regalità per mezzo della quale Cristo estende il suo dominio salvifico sull’universo e sulla storia, è presente nel mondo per mezzo della Chiesa Suo Corpo e, assiso alla destra del Padre, giudicherà ciascuno secondo le sue opere.

Con la prima Domenica di Avvento veniamo condotti nel nuovo Anno Liturgico, per contemplare l’atto centrale e originario – potremmo dire l’essenza – di tutto il cristianesimo: la venuta di Dio in mezzo a noi. Questa venuta interseca la storia in un punto ed in un momento ben precisi e, al contempo, ne abbraccia l’intero cammino, prolungandosi lungo i secoli attraverso il mistero della Chiesa, per dischiudere infine l’intera creazione al giorno del suo Avvento glorioso.

Così l’inizio e la fine dell’Anno Liturgico, l’inizio ed il compimento della salvezza, davvero si toccano – quasi si fondono insieme – e, mentre procediamo verso la mangiatoia di Betlemme, prepariamo il cuore alla venuta del Dio-Uomo, che continuamente “viene” nel tempo della Chiesa, per liberarci con la Sua misericordia, e che verrà alla fine dei tempi, nello splendore della verità, per giudicare gli uomini  secondo la loro fede operante nella carità.

Questo “Giudizio finale” appare sempre più estraneo ad una cultura contemporanea dominata dalla “dittatura dell’istante” e sempre meno disponibile, se non apertamente ostile, nei confronti del trascendente. Eppure, noi confessori siamo testimoni privilegiati di come tale Giudizio ultimo venga, in realtà, mirabilmente anticipato ogni giorno, per la salvezza di tutti gli uomini, attraverso il Sacramento della misericordia.

Nell’incontro sacramentale con il penitente, in virtù della propria Incarnazione, Morte e Risurrezione, Cristo si fa compagno di ogni uomo, si inabissa nelle profondità del peccato e lo sconfigge di nuovo e ancora con la potenza della Sua Risurrezione. In questo dolce incontro di misericordia, il penitente riconosce nell’umanità consacrata del confessore la presenza del mistero; anzi vede questa umanità totalmente definita da Cristo, tanto da cercare con sicurezza il confessore, pur senza conoscerlo personalmente; ancora il penitente riconosce se stesso colpevole della Croce del Signore, a causa dei propri peccati, che confessa e consegna ai piedi di quella Croce; infine, invoca il Sangue di Cristo Redentore, perché rinnovi in lui la grazia battesimale, rendendolo “nuova creatura”.

 Quale Grazia immensa, per chi esercita con fedeltà il ministero della Riconciliazione, potersi offrire al Dio-Uomo per la salvezza di ogni fratello, chinandosi teneramente sull’umana povertà, raggiungendo quella periferia del peccato nella quale Uno soltanto ha la forza di addentrarsi, e vedendo ciascuno risollevato dalla spirituale indigenza ed immediatamente arricchito di ciò che abbiamo più caro nel cristianesimo: Cristo stesso!

Uno specialissimo ringraziamento sento il dovere di rivolgerlo ai Penitenzieri delle Basiliche Papali in Urbe e volentieri lo estendo ai cari Confratelli sparsi in tutto il mondo, per il ministero fedelmente e talvolta eroicamente svolto al servizio dell’autentico bene della persona umana. Quella del Confessore, infatti, è un’opera realmente al servizio della tanto invocata “ecologia dell’uomo” (Francesco, Lett. Enc. Laudato si’, n. 155), dalla quale trae un invisibile, ma efficacissimo beneficio l’intera umana società.

Il vostro ministero, Cari amici confessori, non fa rumore ma fa miracoli! Nessuno nota ma Dio vede, ed è questo che conta! Sulla base di una gioiosa fedeltà alla preghiera personale, alla vostra “conversatio in caelis”, otterrete sempre i lumi e la generosità necessari per espiare per voi stessi e per i vostri penitenti; riservate sempre un ruolo privilegiato al servizio silenzioso, e umanamente non sempre gratificante, della Confessione. Fra l’altro mi permetto di ricordare che, col sacramento della Penitenza, non solo cancellate i peccati, ma dovete avviare i penitenti sulla via della santità, esercitando su di essi, in una forma convincente, un vero e proprio insegnamento, un ministero di guida e di accompagnamento.

Mentre volge al termine il centenario di Fatima, il Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria voglia concedere a tutti e a ciascuno di vivere un fruttuoso cammino di Avvento, per giungere rinnovati a celebrare il Natale del Suo Figlio.

Santo Natale a voi e ai vostri penitenti nel cuore dei quali farete sbocciare la gioia di sapere che il Signore è vicino!

Dal Vaticano, 3 dicembre 2017, Prima Domenica di Avvento.

 

Mauro Card. Piacenza

Penitenziere Maggiore

 

 


 

 

 

Stemma Card. Piacenza_small

CONTATTI

SEDE
Palazzo della Cancelleria
Piazza della Cancelleria, 1
00186 – Roma

 

INDIRIZZO POSTALE
Penitenzieria Apostolica
00120 – CITTÀ DEL VATICANO

 

RECAPITI TELEFONICI
Tel.: +39.06.69887526
Fax: +39.06.69887557